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mercoledì 29 febbraio 2012

ITALIA ALTRO KO DOPO QUELLO CON L'URUGUAY

L'Italia viene sconfitta per 1-0 nell'amichevole di Genova contro gli Usa. Al "Ferraris" gli azzurri, lenti e prevedibili, non riescono a superare il muro statunitense. Dopo un primo tempo noioso, nella ripresa gli americani segnano il gol-partita con Dempsey che, su sponda di Altidore, batte Buffon in diagonale. Prandelli cerca di rivoluzionare la squadra con molti cambi, ma il forcing finale non sortisce alcun effetto. Successo storico per gli Usa.

Pari Trap, Ibra stende la Croazia

Nel mercoledì di amichevoli internazionali in campo anche le avversarie dell'Italia a Euro 2012. A Dublino l'Irlanda del Trap pareggia in extremis contro la Repubblica Ceca: Cox all'86' replica a Baros. Cade la Croazia: a Zagabria la Svezia di Ibra si impone per 3-1. A sbloccare il risultato è proprio l'attaccante del Milan su rigore; un'autorete di Olsson ristabilisce la parità poi la doppietta di Larsson. La Spagna sta affrontando il Venezuela. Ibra grande protagonista nel successo della Svezia in casa della Croazia: la punta del Milan sblocca il risultato e poi propizia le altre due reti di Larsson. A Brema, dove tornava in campo l'arbitro Tagliavento dopo la serataccia di San Siro, la Germania deve arrendersi alla Francia, che allunga così a diciotto la striscia di partite senza sconfitte. Gli uomini di Blanc passano al 21' con Giroud e raddoppiano al 69' con Malouda. Il gol bandiera dei tedeschi arriva al 90' e porta la firma di Cacau. Ammonito il milanista Mexes. Inizia male l'era post-Capello per l'Inghilterra, che perde per 3-2 in casa contro l'Olanda. Pearce, ct ad interim degli inglesi, sceglie Scott Parker come capitano, ma deve fare i conti con i vice-campioni del mondo in carica che al 57' passano in vantaggio con Robben. Due minuti più tardi arriva lo 0-2 dell'ex Milan Huntelaar. L'Inghilterra lotta e nel finale riesce a portarsi sul 2-2 con le reti di Cahill all'85' e Young al 90'; un minuto dopo, però, ancora Robben gela Wembley e segna il gol che regala la vittoria agli Orange. A Varsavia finisce 0-0 la sfida tra Polonia e Portogallo con i padroni di casa, organizzatori di Euro 2012 insieme all'Ucraina, che fermano Cristiano Ronaldo e compagni. A Cardiff, Galles sconfitto per 1-0 dal Costa Rica: decide la rete di Campbell al 6'.

lunedì 27 febbraio 2012

IL POCHO LAVEZZI AFFONDA L'INTER

Non accenna a fermarsi la crisi dell'Inter che perde anche a Napoli raccogliendo la settima sconfitta nelle ultime otto partite stagionali. Gli uomini di Mazzarri dominano la partita portando a casa un 1-0 firmato Lavezzi (59') bravo a trovare l'angolino dopo un'azione personale di Dzemaili. I nerazzurri, privati da Ranieri nell'intervallo di Sneijder e Forlan per scelta tecnica, non reagiscono nemmeno in superiorità numerica: espulso Aronica. LA PARTITA

BASTA IL SOLITO KLOSE ALLA LAZIO PER AVERE LA MEGLIO SULLA FIORENTINA

La Lazio riparte da Miroslav Klose. Nel posticipo della 25.esima giornata di Serie A, i biancocelesti superano 1-0 la Fiorentina grazie a un gol del bomber tedesco. La formazione di Reja, dopo mezz'ora di noia, sblocca il risultato con l'ex Bayern lanciato in porta da un'invenzione di Hernanes. I Viola sono spenti e solo nella ripresa mettono paura ai padroni di casa, ma Marchetti si supera su Nastasic. La Lazio sale a quota 45 punti in classifica.

BLITZ DELL' UDINESE A BOLOGNA 1 -3 !!

Dopo l'impresa europea di Salonicco, l'Udinese raccoglie il secondo successo esterno consecutivo e si rilancia anche in Italia. I friulani espugnano Bologna 3-1 e restano agganciati al terzo posto della classifica. Una partita tendenzialmente noiosa è sbloccata da un rigore di Di Natale dopo 38'. Nella ripresa arriva il raddoppio di Basta (57'). Kone riapre i giochi all'81', ma Floro Flores li richiude in fretta. Per Pioli primo k.o. nel 2012.

SIENA : POKER SERVITO AL PALERMO 4 -1

Il Siena mette fine a un periodo difficile e contro il Palermo conquista tre punti vitali per la salvezza. Una mano, però, gliela dà l'arbitro Gava, che caccia subito Balzaretti e poi concede un rigore generoso: all'Artemio Franchi finisce 4-1. Pensare che i rosanero erano passati in vantaggio con Budan al 12'. Poi la rimonta bianconera: Terzi dal dischetto al 23' e Bogdani al 34'. Nella ripresa Rossettini al 2' e Brienza al 13' chiudono il match.

CHIEVO : BASTA MOSCARDELLI PER AVERE LA MEGLIO SUL CESENA

Finisce 1-0 al Bentegodi lo scontro tra Chievo Verona e Cesena. La squadra di casa si aggiudica il match, valido per la 25.esima giornata di Serie A, al 33' della ripresa grazie al gol di Moscardelli che, con la punta del piede su cross di Hetemaj, beffa Sorrentino, che nulla può. Bianconeri in 10 dal 57' per l'esplusione di Lauro per doppia ammonizione. Il Cesena resta ultimo in classifica, mentre il Chievo vola a quota 33 punti.

CATANIA SHOE 3 GOL AL NOVARA

Il Catania travolge in casa il Novara e conquista tre punti fondamentali in chiave salvezza. Al Massimino finisce 3-1 per la squadra di Montella, che si porta in vantaggio al 30' con Bergessio. Il raddoppio è un capolavoro di Marchese (47') che, con un sinistro al volo, batte Ujkani da fuori area. A chiudere il match ci pensa Gomez con un'azione personale (50') mentre Rubino, all'84', realizza il gol della bandiera per i piemontesi.

LECCE : COLPACCIO A CAGLIARI

Continua il buon momento del Lecce, che vince 2-1 a Cagliari e conquista il quarto risultato utile consecutivo. Pugliesi avanti al 44' con Muriel, che raccoglie un lancio dalla lunga distanza di Giacomazzi, si 'beve' Canini e batte Agazzi. Il pari rossoblu al 5' della ripresa con Larrivey su rigore concesso per fallo di mani in area di Miglionico. Ma al 17' Bertolacci firma il gol vittoria per gli ospiti. Espulso Canini per doppia ammonizione.

TRIPLO DENIS AFFONDA LA ROMA !

Senza De Rossi, in tribuna per scelta tecnica, la Roma affonda a Bergamo subendo una lezione di calcio dall'Atalanta (4-1). La partita si indirizza dalla parte dei nerazzurri già al 10', quando Marilungo approfitta di un erroraccio di Juan e infila Stekelenburg. La Roma prova a reagire ma Denis la punisce di nuovo al 19'. Al 36' Borini accorcia le distanze, ma Denis, con una doppietta, chiude i conti nella ripresa. Osvaldo espulso al 53'.

domenica 26 febbraio 2012

MILAN -JUVENTUS PARI E POLEMICHE

Finisce 1-1 la sfida di San Siro tra Milan e Juve. Rossoneri avanti al 14' con Nocerino, che approfitta di un errore di Bonucci. Il pari bianconero al 38' della ripresa con Matri. Ma sulla gara pesa il grave errore di Tagliavento e dei suoi assistenti: il colpo di testa di Muntari al 25' aveva già varcato la linea di porta al momento della respinta di Buffon. Annullato anche un gol a Matri per fuorigioco che non c'è. Rosso a Vidal nel finale.

SERIE A : RIMONTA GENOA AL 96' !

Una doppietta di Palacio salva il Genoa dalla quarta sconfitta consecutiva. A Marassi, il Parma va in vantaggio per 2-0 grazie alle reti di Gobbi (6') e Floccari (53'). La partita sembra chiusa, ma il Grifone ha la forza di reagire e prima accorcia le distanze al 78', con Palacio che sbaglia il rigore e poi appoggia in rete sulla respinta di Mirante. Al 96', in pieno recupero, un destro dell'argentino regala il pareggio alla squadra di Marino.

venerdì 24 febbraio 2012

LAZIO : ADDIO REJA C'è DE CANIO

Sembra al capolinea il rapporto tra la Lazio ed Edy Reja. Il giorno dopo la sconfitta di Madrid, l'allenatore biancoceleste ha condotto regolarmente l'allenamento, in attesa di incontrare Claudio Lotito. Incontro, che però è stato a lungo rinviato, indice del fatto che il club ha deciso di accettare le dimissioni di Reja. Anche perché lo stesso presidente ha visto Gigi De Canio, che avrebbe detto "sì" e potrebbe insediarsi già lunedì. Reja avrebbe intenzione di guidare la squadra contro la Fiorentina domenica prima dell'addio ufficiale. In caso contrario, la Lazio potrebbe essere affidata al tecnico della Primavera, Alberto Bollini. Sta di fatto che il faccia a faccia atteso da Reja non c'è stato, almeno a Formello. Dove, seppure con un ritardo di circa venti minuti rispetto all'entrata in campo dei giocatori, ha diretto quella che sembrerebbe essere stata una delle ultime sedute da biancoceleste, se non proprio l'ultima. Nel centro sportivo l'allenatore è rimasto poi ben oltre l'uscita dei giocatori. A pochi metri dal ds Igli Tare, senza che i due si siano incrociati. Di sicuro non c'era il presidente Lotito. La permanenza del goriziano oltre l'orario abituale, era probabilmente voluta per permettere l'incontro con il numero uno della società. Ma, è stata vana. Il tecnico, attraverso un'uscita secondaria, ha quindi depistato i giornalisti che l'attendevano fuori dal centro sportivo laziale e si è rifugiato nel suo albergo, dove ha cenato in attesa di sviluppi. Ed è qui che in tarda serata ha poi finalmente visto Lotito. Per sancire la separazione.

CONTE : TEME IL MILAN ANCHE SENZA IBRA

Il big match contro il Milan è il momento più atteso. Antonio Conte lo sa e vuole vincere a prescindere dall'assenza di Ibrahimovic: "Era un punto di riferimento per loro e per noi, ma il Milan non è solo Ibra. Per noi non deve cambiare nulla". Dopo anni di Purgatorio "Milan-Juve è tornato un match attesissimo, è un orgoglio perché siamo tornati competitivi". La concentrazione però è alle stelle: "Non ci saranno cali di tensione, con o senza Ibra". L'obiettivo in casa Juventus è uno solo e sempre lo stesso: "Vogliamo vincere. Non dobbiamo cambiare l'atteggiamento, la voglia di ricercare il successo e siamo preparati. Il fatto di essere tornati a vivere una vigilia così importante significa che abbiamo fatto un lavoro straordinario. Era il mio primo obiettivo. Ora dovremo reggere la pressione". Nessuna indicazione sulla formazione: "Ho un'idea in testa e se in allenamento le mie sensazioni saranno supportate, la confermo". Nelle dichiarazioni di Conte c'è anche spazio per parlare direttamente dell'avversario, il Milan. "Se la reazione dei rossoneri alla conferma della squalifica di Ibrahimovic sia stata sproporzionata o giusta, non lo so. E' giusto guardare in casa propria anche se in molti sono entrati nelle nostre faccende. I numeri però parlano chiaro e il Milan anche senza Ibrahimovic ha fatto molto bene. Lui sposta gli equilibri ma loro non sono solo Zlatan. Rimangono una squadra forte, se sia meglio con o senza Ibra ve lo dirò dopo la partita". Per Conte però, come per diversi protagonisti del match, quella col Milan non sarà decisiva per lo scudetto. "Mi piacerebbe che si scavasse un solco con la terza, ma non so se questo avverrà mai. Dipenderà da noi e dal Milan. Però sappiamo che il campionato italiano è molto competitivo, c'è l'Udinese, c'è la Lazio, la Roma, l'Inter... Detto questo noi guardiamo a noi stessi e proveremo a dare il massimo fino alla fine a partire dal Milan perché è la prossima partita".

ALLEGRI : CARICO VUOLE LA VITTORIA

Dopo Ibra, Max Allegri rinuncia ufficialmente anche a Boateng e Maxi Lopez che, dice, "non saranno della partita". Sotto, dunque, con Pato: "E' pronto. Per quanto riguarda la squalifica di Ibra bisogna accettare più o meno serenamente questa decisione. Ora dobbiamo solo pensare a preparare bene la partita". Poi sulla Juve: "Corre molto e gioca con intensità - dice -. Sarà una partita difficile, ma siamo pronti a giocare una grande partita". "Domani sicuramente giocherà Pato - dice il tecnico rossonero -, perché non ci saranno né Maxi Lopez né Boateng. Contro la Juve sarà una partita importante che dovremo cercare di vincere con o senza Ibra. E' una partita importante, da scudetto, anche se non è ancora decisiva. Certo, può spostare molto gli equilibri del campionato. Chi vince aumenta parecchio le proprie chance di vincere il campionato".

GRANDE GESTO DI PATO CHE DA UN PASSAGIO A TRE TIFOSI

Qualunque tifoso, almeno una volta nella vita, sarà stato al centro sportivo della propria squadra del cuore a caccia di foto e autografi. Immaginate di essere a piedi, a 1.500 metri dalla meta, quando il vostro campione preferito si ferma con la sua l'auto e vi fa: "Ciao ragazzi, volete un passaggio?". Un vero e proprio sogno, divenuto realtà per tre tifosi del Milan che, venerdì, sono stati accompagnati a Milanello nientemeno che da Pato. I tre tifosi, alla vigilia del big match con la Juventus, stavano andando a Milanello per seguire da vicino i loro beniamini. Vito (proveniente da Bari) Francesco e Jean Pierre (di Somma Lombardo) camminavano a piedi nel primo pomeriggio di venerdì e si trovavano a circa 1.500 metri dal centro sportivo rossonero. Un'auto frena all'improvviso e il conducente chiede loro: "Ciao ragazzi, andate a Milanello? Volete un passaggio?". Incredulità generale, bocche spalancate. Si trattava del loro idolo, Alexandre Pato. I tre, senza farselo ripetere una seconda volta, salgono sulla macchina del brasiliano ed entrano con lui a Milanello, dove conquistano anche l'autografo di Cassano. "E' stata una grande emozione - hanno poi raccontato -. Pato è carico e gli abbiamo chiesto di segnare un gol".

SERIE B : COLPO REGGINA BATTUTO IL PESCARA IN TRASFERTA

La Reggina ferma la cavalcata del Pescara e si rilancia nella corsa a un posto per i playoff. Nel recupero della 26.a giornata di Serie B i calabresi espugnano il campo della squadra di Zeman per 2-0. A decidere l'incontro sono le reti di Bonazozli al 25' del primo tempo e di Ragusa al 24' della ripresa. Uno stop inatteso da parte dei biancocelesti, che buttano al vento la possibilità di portarsi da soli alle spalle del Torino capolista. Per il Pescara, per la prima volta a digiuno di gol dopo 30 gare consecutive, si tratta della seconda sconfitta casalinga stagionale (la prima contro il Grosseto). In classifica la Reggina di Gregucci consolida la settima posizione con 42 punti, mentre gli abruzzesi restano fermi al quarto posto con 52.

giovedì 23 febbraio 2012

LAZIO ALTRA SCONFITTA E NIENTE IMPRESA

La Lazio manca l'impresa e abbandona l'Europa League. La squadra del dimissionario Reja, reduce dall'1-3 dell'andata, non dà mai l'impressione di poter impensierire l'Atletico Madrid e va fuori nei sedicesimi della seconda competizione Uefa. Al 'Calderon' finisce 1-0 per i colchoneros, grazie a un gol di Godin al 3' del secondo tempo. Unico lampo biancoceleste un tiro da fuori di Matuzalem (77') sventato dal portiere Courtois.

IMPRESA UDINESE IN GRECIA 0-3 AL PAOK!

Con un uno-due devastante nei primi 15 minuti, l'Udinese annulla lo 0-0 dell'andata e conquista la qualificazione agli ottavi di Europa League. A Salonicco i friulani si impongono per 3-0 sul Paok nonostante assenze importanti. Una partita tutta in discesa grazie alle reti di Danilo di testa al 6' e Floro Flores su punizione al 14' che gelano i greci e il loro caldissimo pubblico. Nella ripresa il rigore di Domizzi al 6' chiude i conti.

mercoledì 22 febbraio 2012

BUFERA IN CASA LAZIO REJA PRESENTA LE DIMISSIONI MA VENGONO RESPINTE

"C'è stata una divergenza di opinioni. Il mio futuro lo sapete. Ora penso solo alla gara di domani sera, cercheremo di onorare l'impegno e fare una bella figura. Poi ne parleremo. La mia ultima gara? Voglio parlare solo di domani". Così il tecnico della Lazio Reja, che si appresta ad affrontare il ritorno di Europa League con l'Atletico Madrid da dimissionario. "Non serve che i ragazzi giochino per il mister, devono giocare per una società gloriosa". L'Edy Reja che si presenta nella sala stampa del Vicente Calderon ha il viso tirato e l'espressione tesa. Le sue dimissioni da tecnico della Lazio sono state respinte dalla società ma non ci saranno passi indietro: "Posso dire semplicemente che c'è stata una divergenza di opinioni. Chiuso", è l'ultimo riferimento alla rottura con il club. Reja non voleva nemmeno partire per Madrid e solo l'intervento diretto di Lotito ha evitato che la squadra finisse nelle mani del tecnico della Primavera, Bollini. L'immediato futuro di Reja è però in panchina contro l'Atletico Madrid: "Logicamente non siamo in grandissima condizione, anche perché veniamo da un risultato non esaltante - ha proseguito Reja riferendosi alla brutta sconfitta di Palermo - Dal punto di vista del morale non siamo in grandissima forma, ma questo impegno va onorato e dobbiamo fare il possibile con i resti della squadra. Konko doveva venire ma ha fatto le visite e non era in condizioni. Biava l'ho portato perché voglio che si alleni con noi ma non è pronto: si allenerà con noi e se migliorerà un po' lo porterò in panchina per impiegarlo qualche minuto qualora fosse necessario. Mauri invece partirà giocoforza dall'inizio: mi auguro che possa tenere tutti i novanta minuti. Spero invece di recuperare Matuzalem". Reja ha ricevuto il sostegno di Kozak. "Siamo con il mister, noi andiamo avanti con lui - ha detto l'attaccante ceco - La partita non è facile per noi, dopo la sconfitta dell'andata. Cercheremo di dare il massimo anche se non siamo in buona condizione. Noi ci crediamo. Giochiamo sempre per dare il massimo e vincere insieme. Non giochiamo per il mister, ma per vincere tutti insieme".

IL CITY PASSEGGIA SUL PORTO

Con in tasca il successo per 2-1 di Oporto, il City non fallisce nel ritorno di Manchester e si porta a casa la qualificazione agli ottavi di Europa League. La pratica va in archivio dopo nemmeno un minuto: disimpegno errato della difesa portoghese, verticalizzazione di Touré per Aguero e Porto subito sotto. Nella ripresa, i lusitani pressano ma subiscono il 2-0 da Dzeko. Rolando si fa espellere e il City arrotonda con Silva e Pizarro. LA PARTITA Negli ottavi la formazione di Mancini troverà una tra Legia Varsavia e Sporting Lisbona. Tutto facile alle fine, con un risultato che fa più rumore di quanto non meritasse la partita. Il City va, e ci mancherebbe visto il rassicurante successo dell'andata, e va anche e soprattutto perché dopo appena 19" il Porto si complica altroché la vita regalando, con Otamendi, il vantaggio ad Aguero. Sopra di un gol, la banda di Mancini gioca un primo tempo d'attesa e contropiede, lascia l'iniziativa, sterilissima, ai portoghesi e quando può va a dar fastidio allo sciagurato Helton arrivando a un passo da raddoppio almeno tre volte. Prima con Touré, poi con Silva, infine con Aguero. Quando però la questione sembra solo da chiudere con il classico cazzottone della buonanotte, il Porto si sveglia - o il City si spaventa, difficile dirlo - e nella ripresa preme alla ricerca del pari arrivando vicinissimo al gol che avrebbe riaperto incontro e qualificazione. L'episodio arriva al 12' quando l'arbitro Stark annulla per fuorigioco l'1-1 di Rodriguez. Scosso dal pericolo scampato, infatti, il Manchester City ricomincia a giocare e, al 30', trova il raddoppio con Dzeko, entrato da poco, dopo un servizio niente male di Aguero. Il 2-0, che già basterebbe, è reso ancora più pesante dall'espulsione, per proteste, di Rolando. L'ultimo quarto d'ora si trasforma quindi in una sorta di passerella. Silva trova il 3-0 e Pizarro, entrato da una manciata di minuti, fa in tempo a segnare il suo primo gol con la maglia dei Citizens. Il Porto, campione in carica, saluta l'Europa League. Mancini, invece, mette un altro interessante mattoncino su una stagione che potrebbe diventare trionfale.

INTER BEFFA FINALE AL 93' DECIDE AYEW

L'Inter viene beffata al 93' nell'andata degli ottavi di finale di Champions League contro l'Olympique Marsiglia. Al "Vélodrome", in una partita avara di emozioni, i nerazzurri vanno vicini al vantaggio nel primo tempo con Forlan, che non riesce a sfruttare un assist di Cambiasso. Nella ripresa, né l'Inter né i francesi creano palle gol fino al colpo di testa di Ayew allo scadere, che infligge ai nerazzurri la sconfitta per l'1-0 finale.

COLPO BASILEA 1-O AL BAYERN DECIDE STOCKER NEL FINALE

Dopo aver eliminato a sorpresa il Manchester United nella fase a gironi, il Basilea non smette di stupire e continua a mietere vittime in Champions. A cadere sotto i colpi della formazione svizzera è questa volta il Bayern Monaco. A decidere la gara del St. Jakob ci pensa, a 4 minuti dalla fine, Stocker, bravo a fulminare Neuer con una fucilata da due passi dopo un assist di Zoua. Nel primo tempo il Basilea aveva colpito un palo e una traversa. LA PARTITA Eccola la Champions. Doveva essere l'ottavo di finale più facile tra tutti quelli possibili e invece niente. Nein. Il Bayern Monaco sbatte contro il Basilea, che, per inciso, è tutt'altro che una squadra di orfanelli, e alla fine va giù a picco. Al St. Jakob, che ha molto l'aria del campo di patate, sarebbe servito il guizzo del campione. Sarebbero serviti i colpi di Ribery o Robben, perché là dietro il Basilea sa difendersi con logica e ordine, ma la premiata ditta bavarese ha fatto scena muta o quasi. Oddio, il francesino, al minuto 11, per poco non dà il là alle danze con un destro da due passi respinto da un magnifico Sommer. Per il resto, però, i ragazzotti made in Bundes sono non pervenuti o quasi. Il fatto è che Vogel, tecnico degli svizzeri, è un volpone mica male. Sapeva di dover rinforzare le fasce e tanto ha fatto. Il che, manco a dirlo, ha provocato ingorghi da tangenziale all'ora di punta dalle parti, appunto, di Robben e Ribery, sempre raddoppiati e resi spesso innocui. Quindi, giusto per partecipare alla festa, ha mandato i suoi all'assalto. Perché il Bayern, che lui conosce bene, è tanta roba dalla cintola in su, ma dietro continua ad avere difettacci da matricola. Sotto, quindi, e all'arrembaggio. Il che, tradotto, fa tre occasioni grandi così. I minuti di puro terrore dei tedeschi vanno dal 16' al 19' quando, in serie, Streller (paratona di Neuer), Dragovic (palo) e Alexander Frei (traversa da due passi) mettono i brividi all'undici di Heynckes. Poi gioca il Bayern, nel modo suo ma senza mai trovare un metro per infilarsi. I tedeschi fanno girare la palla, gli svizzeri aspettano e rispediscono al mittente ogni tentativo. Molto del lavoro lo fanno centrocampisti e difensori, tutti pronti a contrastare i bavaresi. A quel che resta, perché qualcosa alla fine passa, ci pensa Sommer, portierino da tenere sotto osservazione. Tutto fino all'86'. Fino a quando Zoua non balla a due metri dall'area del Bayern e non trova, tra le linee, il varco buono per Stocker. Sinistro, gol, partita. La favola del Basilea continua. Almeno fino al ritorno, almeno fino alla prossima puntata.

COLPACCIO CATANIA A SIENA DECIDE LODI!!

Successo importante per il Catania di Montella che nel recupero della 21.ma giornata di Serie A, passa sul campo del Siena vincendo 1-0. Il primo successo in Serie A degli etnei nelle sfide contro i bianconeri, porta la firma di Francesco Lodi che al 23' del primo tempo realizza con freddezza un rigore con l'aiuto nel palo. A mettere il risultato in cassaforte nella ripresa ci pensa Carrizo con due interventi su Gazzi e Brienza. C'è sempre una prima volta e per il Catania, nella trasferta di Siena, ne sono arrivate addirittura due. La squadra etnea infatti non solo non aveva mai battuto il Siena nei precedenti nove incontri in Serie A (in casa o in trasferta), ma non era mai riuscita a uscire con l'intera posta in palio dal Franchi in qualsiasi categoria. C'è voluta una bella prestazione di squadra per sfatare i tabù con Lodi a impostare e realizzare il gol vittoria e Carrizo a tenere chiusa la sua porta finita sotto assedio nel quarto d'ora finale. A vincere però è stato anche Montella che ha proposto, ancora una volta, un bel gioco palla a terra favorito un po', bisogna dirlo, dal Siena ancora scosso per il poker subìto a Lecce. Il primo tempo è equilibrato ma se i toscani non sfondano anche e soprattutto per colpa di un ritmo un po' troppo compassato (per la rabbia di Sannino), il Catania al primo vero affondo passa. La frittata è combinata da Gazzi che interviene goffamente col braccio in area di rigore anche se contemporaneamente Spolli è trattenuto con foga da Rossi. Due rigori al prezzo di uno che Lodi, con freddezza da applausi, trasforma con l'aiuto del palo interno. Il settimo gol stagionale è la ciliegina sulla partita dell'ex Frosinone che dirige la squadra prendendola per mano dal primo all'ultimo minuto e senza disdegnare di dare una mano in copertura. Quel che dall'altra parte non riesce a D'Agostino la cui luce non si accende nemmeno al momento della sostituzione. Bene invece Carrizo. L'ex portiere della Lazio, alla prima da titolare in rossoazzurro, strappa applausi ai compagni e ai suoi tifosi. Si esibisce in un volo plateale su D'Agostino nel primo tempo, salva un gol incredibile su Gazzi nella ripresa e alza un muro invalicabile nel finale specialmente sul sinistro velenoso di Brienza. Buona parte della vittoria è anche sua ma è tutto il Catania a poter esultare per una classifica dolce, forte dei 30 punti collezionati e dei nove punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Il lavoro di Montella può proseguire, quello di Sannino raccoglie un altro stop. Quel che più preoccupa il focoso allenatore ex Varese però è la poca grinta messa in campo dai suoi per sessantacinque minuti. Non proprio lo specchio del suo modo di vivere il calcio.

CHAMPIONS LEAGUE : L'INTER STASERA CERCA L'IMPRESA A MARSIGLIA

A Marsiglia si va verso un'Inter con il 4-4-2. Claudio Ranieri torna al passato e presenta il modulo alla base delle sette vittorie consecutive in campionato, relegando in panchina Wesley Sneijder. Il trequartista olandese è stato infatti schierato tra le riserve nell'allenamento della vigilia. Stesso destino per Diego Forlan, che lascerà il posto in attacco alla coppia Milito-Pazzini. In difesa ballottaggio Ranocchia-Samuel. L'argentino è reduce da un infortunio e non è al massimo della condizione. Spazio anche per Palombo al centro del campo e Obi a sinistra. Julio Cesar non ha disputato la partitella dopo il classico lavoro con gli altri portieri, ma dovrebbe comunque esserci. Probabile formazione (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Ranocchia, Nagatomo; Zanetti, Palombo, Cambiasso, Obi; Milito, Pazzini.

IBRAHIMOVIC CONTINUA A FAR PARLARE DI SE..

Non c'è pace per Ibrahimovic. Lo svedese del Milan, in attesa del ricorso che gli dirà se potrà giocare contro la Juventus, è stato denunciato per omissione di soccorso. Il rossonero, all'uscita di Milanello dopo l'allenamento di martedì, ha urtato con lo specchietto della sua auto una donna, V.R, che con il microfono aveva provato a interccettarlo, e poi ha proseguito per la sua strada. La donna ha rimediato un trauma alla mano e ha esporto denuncia. V.R., che si è qualificata come giornalista, ha subito chiamato il 118 per essere trasportata all'ospedale di Tradate e poi si è recata a denunciare Zlatan Ibrahimovic. Sul luogo è arrivata anche la Polizia provinciale per ricostruire la dinamica. Resta ancora un giallo: chi è V. R.? La donna avrebbe detto di lavorare per un social network e per una famosa agenzia fotografica che fa capo a Fabrizio Corona, ma non era accreditata. Il club rossonero ha preferito non commentare l'accaduto e Ibra è stato informato dei fatti solo una volta a casa.

VILLAS BOAS POLEMICO DOPO LA PARTITA

Non è certo felice il tecnico del Chelsea Villas Boas, che parla a Mediaset Premium del caso della formazione "trafugata" dalla sua camera e finita online e di un possibile futuro all'Inter. "No, non era uno scherzo, era un'ipotesi che avevo tracciato - ha spiegato - l'hotel è stato molto scorretto.

MAZZARRI SVELATO IL MISTERO...IERI ERA AL SAN PAOLO

La squalifica di due giornate imposta dall'Uefa, non ha privato Walter Mazzarri del suo Napoli. Il tecnico livornese non poteva sedere in panchina, così ha seguito l'infuocata sfida con il Chelsea dal 'dirigibile' del San Paolo. Ossia da un gabbiotto collocato nella parte alta dello stadio, sopra la tribuna stampa. L'allenatore, quindi, non è rimasto in albergo, a Castelvolturno, come comunicato da alcuni dirigenti prima del match. Per uno passionale come Mazzarri, sarebbe stato impossibile vivere la sfida dell'anno a 40 chilometri di distanza dai suoi ragazzi. Bisognava far sentire presenza e carisma. Il tecnico, che nel post-gara ha parzialmente tenuto fede alla versione dell'hotel ("Ho seguito la sfida in una stanza, da solo"), si è così infilato nella gabbia dello stadio. In alto, isolato dal resto dello stadio. Immerso nel fumo delle sue sigarette, per smorzare nervi e tensione. Dopo la grande vittoria, poi, il tecnico si è capicollato in zona mista, per fare i complimenti a squadra e staff davanti ai giornalisti. Mazzarri è ovunque, il Napoli in paradiso. Almeno per una sera.

NAPOLI DA URLO!!! 3-1 IL FINALE!

Dopo quella del Milan con l'Arsenal, altra grande affermazione del calcio italiano su quello inglese in Champions: al S.Paolo, il Napoli supera il Chelsea per 3-1 e muove un grande passo verso i quarti. "Blues" in vantaggio al 27' con Mata, gli azzurri sembrano in difficoltà, ma Lavezzi pareggia al 38' e poi ci pensa Cavani, in gol al 47'. Nella ripresa, padroni di casa perfetti e al 55' è tris: stavolta assist di Cavani e rete di Lavezzi. LA PARTITA Facciamo finta di niente, continuiamo, noi italiani, a mantenere il profilo basso, a piangerci un po’ addosso pensando al nostro calcio decadente, invidiando la grandeur di spagnoli e inglesi. Specie di questi ultimi. Sospiriamo forte e girato l’angolo esultiamo, perché dopo lo show del Milan con l’Arsenal è giunto anche il trionfo del Napoli col Chelsea: e la Champions, in attesa di illuminarsi dell’immenso di Barcellona e Real, si illumina d’Italia. Un successo bello e scaltro, indiscutibile quanto agevolato dalle follie difensive dei Blues. Qualsiasi allenatore consapevole di avere simili interpreti in retroguardia, si preoccuperebbe forse di proteggerli il più possibile, li ucciderebbe di urla alla prima indecisione, al primo ricciolino inutile. Villas Boas, in questo senso, non ha davvero imparato nulla da José Mourinho ed è peccato ancora più mortale, per il tecnico portoghese, avere subìto tre reti a difesa schierata dopo essersi trovato in vantaggio alla prima palla buona, tra l’altro regalata da un pesante svarione targato Cannavaro e campo di gioco (rimbalzo irregolare, sorpreso il difensore, Mata zompa sulla palla rinviata male, 27’). A Lavezzi e Cavani, supportati dal resto della squadra, è bastato il consueto cocktail movimento-qualità per ubriacare il vaporoso David Luiz e l’immobile Cahill, mai supportati né dagli esterni, né da chi (Ramires e Meireles) doveva magari fungere da scogliera spacca-onde davanti a loro. Il Pocho, dopo soli 11 minuti dallo 0-1, ha rotto l’incantesimo in Champions con un bellissimo destro a giro dal limite; e mentre il Chelsea (Ramires e Ivanovic) non approfittava dello stordimento di Cannavaro e di quello, vero, di Campagnaro (ferito alla testa e sanguinolento fin dai primissimi minuti), Cavani mostrava all’Eurovisione che fu che cos’è un vero, grande centravanti sull’invito di Inler nel recupero. Nella ripresa, il Napoli può quindi contare su uno spartito a lui caro: davanti una squadra che deve rimontare e di là da quella, infiniti spazi per i contrattacchi. Con il quartetto specializzato in lenti nell’altra metà campo, gli azzurri devono solo pensare a mantenere ordine e concentrazione dietro e ripartire come solo loro sanno fare. Detto e fatto. Lavezzi spreca il tris già al 10’, poi dieci minuti più tardi piazza la stoccata vincente grazie all’irriducibile Cavani e a David Luiz, la cui presunzione consente al Matador di rubare palla con l’anca e servire al Pocho l’assist che non si può sprecare. Villas Boas, che in campo è sostanzialmente sostiuito da Drogba, sembra intontito come e più dei suoi difensori. Quando si riprende, manda in campo Lampard ed Essien al posto dei fumosi Meireles e Malouda: osservando l’intatta qualità del primo e la grinta del secondo, viene voglia di ringraziare lo “Special Two” (?) per le scelte iniziali. Mentre il Chelsea, inutilmente, cerca il gol che rimetta pesantemente in gioco i quarti di finale, il Napoli continua a fare il suo: e c’è da mangiarsi le mani fino ad altezza nocche quando Maggio, a colpo sicuro, si fa respingere sulla linea da Cole il colpo del 4-1. Sarebbe stato un ulteriore mattone nel palazzo dei sogni, ma visti i primi 90 minuti non sembra esagerato affermare che a Stamford Bridge, con ovvi spazi a disposizione, gli azzurri possano bissare l’ennesima meravigliosa serata del San Paolo. Ah no, scusate: piangiamoci addosso, fustighiamoci ancora un poco. Ah, il calcio inglese…

CHAMPIONS LEAGUE:BEFFA FINALE PER IL REAL

Al Real Madrid non basta un gol del solito Cristiano Ronaldo. I Merengues vengono beffati dalla rete di Wernbloom, in pieno recupero, e pareggiano 1-1 sul campo del Cska Mosca. Nell'andata degli ottavi di finale di Champions League, gli uomini di Mou partono in sordina, ma passano alla prima occasione. Al 28' CR7 batte Chepchugov, dopo un pessimo rinvio di testa di Tosic. Nella ripresa i blancos non chiudono il match e al 93' i russi trovano il pari. LA PARTITA Doccia gelata per il Real Madrid nel freddo di Mosca. L'1-1 esterno resta comunque un buon risultato in vista del ritorno e della qualificazione ai quarti, ma non può far sorridere la truppa spagnola. La beffa nel finale brucia e porta in dote anche l'infortunio (problema all'adduttore) in avvio di gara di Benzema. Il Cska Mosca parte forte e mette subito in difficoltà gli avversari. La corsa e pressing dei russi imbrigliano i Merengues. Buona organizzazione di gioco per i ragazzi di Slutski, ma manca la qualità. Quella che non manca al Real Madrid che alla prima occasione utile passa in vantaggio. Tosic rinvia malissimo un cross di Coentrao: la palla arriva a Cristiano Ronaldo che di controbalzo non lascia scampo al terzo portiere moscovita Chepchugov. Il colpo assestato da CR7 manda al tappeto i padroni di casa. Gli spagnoli crescono e conducono in porto l'1-0 a fine primo tempo senza rischi. Nella ripresa il Real non mette in cassaforte la partita e ne paga le conseguenze in pieno recupero. Le occassioni migliori per gli uomini di Mourinho capitano sui piedi di Callejon e ancora su quelli di Cristiano Ronaldo, che si divora un gol facile facile a 5 minuti dal termine. Il pareggio del Cska Mosca è cosa inaspettata, ma certo non demiratata. I russi dimostrano sempre di crederci e gli inserimenti di Honda, Olishe e Necid da parte del tecnico Slutski sono le mosse giuste. Il gol arriva all'ultimo secondo utile: punizione dalla trequarti, rinvio goffo di Arbeloa e Wernbloom e lì, pronto a trafiggere Casillas. I 72mila, record di spettatori, del Luzhniki esplodono di gioia. Al ritorno sarà tutt'altra storia, ma questo Cska mai domo può fantasticare. Fermare il Real Madrid, sempre vittorioso in questa Champions, è già un'impresa.

IL BOLOGNA SUPERA LA FIORENTINA

Continua l'ottimo momento del Bologna, che nel recupero della 21.a giornata batte 2-0 la Fiorentina al Dall'Ara e la raggiunge in classifica a quota 28. Buon primo tempo dei viola: i rossoblu ringraziano Gillet per la doppia paratona su Amauri e poi colpiscono prima con Diamanti (30') e poi con Ramirez, a segno con uno splendido colpo di tacco. Al 5' della ripresa Olivera si fa espellere per una gomitata a Diamanti e la partita si chiude qui. LA PARTITA Più possesso palla e quattro occasioni nitide per portarsi in vantaggio. Ma al Dall'Ara, al termine del primo tempo, la Fiorentina è sotto di due gol. Merito di un Bologna cinico e di un Gillet in vena di miracoli: strepitosi gli interventi sui tentativi di Amauri al 27' e soprattutto al 32', quando devia un colpo di testa a botta sicura. C'è in campo soltanto la Viola nella prima mezz'ora. Due episodi importanti già nei primi minuti: al 5' Jovetic va vicinissimo alla rete con una grande conclusione da fuori area e al 10' gli ospiti protestano per un mani in area di Di Vaio. L'arbitro Giannoccaro lascia proseguire. Bologna cinico, dicevamo. I rossoblu soffrono dietro e faticano a costruire di fronte a un pressing avversario già sui difensori. Ma due giocate bastano agli uomini di Pioli per fare bottino. Merito degli avanti che non danno punti di riferimento. E Ramirez, Diamanti e Di Vaio sono tutti e tre protagonisti delle due reti: al 30' è Diamanti a fare centro dopo un doppio tentativo e al 43' ecco il raddoppio dell'uruguaiano con uno spettacolare colpo di tacco su traversone del numero 9 rossoblu. Che però era partito in posizione irregolare. Pronti via nella ripresa e subito una buona occasione per la Fiorentina con un cross tagliato di Olivera su cui Amauri non arriva. Al 5' è proprio l'ex Lecce a farsi cacciare dal campo per una bruttissima gomitata ai danni di Diamanti. Gli ospiti accusano pesantemente l'inferiorità numerica: dentro Salifu per Vargas ma i viola non riescono mai a creare pericoli alla porta di Gillet. Dal canto suo il Bologna controlla la gara e quando alza il ritmo riesce a crearsi altre buone occasioni (con Pulzetti e il nuovo entrato Kone). Prima della fine Gillet ha un'altra possibilità per mettersi in luce spedendo in angolo un tiro di Jovetic. La vittoria di San Siro contro l'Inter non è stata una casualità: è un Bologna in continua crescita e al settimo risultato utile consecutivo. Un altro brutto stop per la Fiorentina dopo quello casalingo con il Napoli.

martedì 21 febbraio 2012

Il Napoli conta su Frustalupi

Alla serata più attesa da tutti i tifosi del Napoli ci sarà un grande assente: Walter Mazzarri, squalificato per due giornate in Champions League. Al suo posto contro il Chelsea ecco Nicolò Frustalupi, figlio della stella della Lazio, Mario, che si è già meritato l'appellativo di "talismano". Con lui in panchina, infatti, il Napolli ha sempre vinto: 1-0 alla Steaua Bucaret in Europa League nel dicembre 2010 e 3-1 sul Parma lo scorso campionato. Scaramanzia a parte, lo stesso Mazzarri ha mostrato piena fiducia nei confronti del suo vice: "Offre ampie garanzie e i ragazzi sanno cosa fare". D'altronde Frustalupi, classe 1976, è il suo "secondo" dai tempi della Pistoiese, nel 2002. Senza contare che l'allenatore toscano sarà comunque sempre in contatto con il suo staff per le indicazioni del caso. Magari il Napoli sentirà la mancanza della carica che Mazzarri sa trasmettere ai suoi da bordo campo. Ma si potrà consolare con quella che arriverà dagli spalti. L'entusiasmo in città è altissimo e non ci sarà il tutto esaurito perché dei tremila biglietti assegnati ai tifosi inglesi, soltanto meno della metà sono stati regolarmenti venduti.

venerdì 17 febbraio 2012

PAGELLE :FIORENTINA - NAPOLI 0 - 3 NASTASIC IL PEGGIORE TRAI I VIOLA...CAVANI IL MIGLIORE TRA I SUOI!

FIORENTINA: Boruc 6 – Incolpevole sui gol, salva alla grande in un’occasione su Lavezzi. Gamberini 5 – Non riesce a contenere gli attaccanti partenopei. Natali 5,5 – Colpisce un palo, dimostrando grande voglia offensiva, ma in difesa sbaglia troppo. Nastasic 4 – Non riesce mai a prendere le misure agli avversari. Non ne azzecca una. Behrami 5,5 – Non incisivo come vorrebbe. (Salifu 5,5 - Non riesce a fare meglio di chi rileva) Olivera 6 – Bene nel primo tempo, cala alla lunga distanza. (Marchionni s.v.) Cassani 4,5 – Sbaglia il fuorigioco due volte e altrettante Cavani va in gol. Montolivo 5 – Non è in serata e si vede. Ne azzecca davvero poche. Vargas 5,5 – Più col cuore che con la testa, poca sostanza da lui che ha abituato a qualcosa di più. (Cerci s.v.) Amauri 5,5 – Ha voglia di fare gol, ma per questo risulta troppo egoista in alcune occasioni. NAPOLI: Rosati 6,5 – Sostituisce alla grande De Sanctis mostrandosi sempre sicuro. Campagnaro s.v. – Costretto a uscire per infortunio. (Grava 6 – Gestisce con attenzione la fase difensiva) Cannavaro 6,5 – Limita al meglio Amauri che non è di certo un cliente facile. Britos 6,5 – Una roccia e una sicurezza oggi in difesa. Dzemaili 6 – Si perde un po’ nella ripresa, ma complessivamente gioca bene. Inler 6,5 – In crescita rispetto alle ultime uscite, sta tornando l’ottimo giocatore che è. Maggio 6,5 – Limita Vargas e si rende pericoloso in avanti. Dossena 5,5 – Soffre le iniziative di Cassani quando questi si porta in attacco e spreca un’ottima occasione. Hamsik 7,5 – Due assist splendidi per Cavani. Bravo a chiudere Montolivo. (Garfano s.v.) Cavani 7,5 – Cinico e spietato. Due gol pesantissimi. (Pandev s.v.) Lavezzi 7 – Gioca molto meglio nella ripresa e chiude la partita.

PAGELLE INTER - BOLOGNA 0 - 3 DISASTRO INTER IN DIFESA...SUPER DI VAIO PER IL BOLOGNA!

INTER: Julio Cesar 6 – Non ha colpe in nessuno dei gol. Maicon 5,5 – Male in difesa, un po’ meglio in attacco. Ma non è bastato. Lucio 4,5 – Male come tutto il resto della retroguardia difensiva. Si scontra in maniera goffa con Nagatomo in occasione dello 0-3. Ranocchia 4 – Disastroso. Semplicemente disastroso. Regala a Di Vaio il pallone del 2-0 e non si mostra mai sicuro una volta fatto il danno. Nagatomo 5 – Ha grande voglia in attacco, ma anche lui latita in difesa e con Lucio si rende protagonista di un goffo scontro nel 3-0 bolognese. Zanetti 5 – Non si salva (quasi) nessuno questa sera nell’Inter, neanche lui. Cambiasso 5,5 – Meglio nel primo tempo, poi sparisce insieme ai suoi compagni di squadra. Faraoni 6 – Perlomeno ci mette l’impegno e sfiora anche il gol. (Castaignos s.v.) Sneijder 4,5 – Gioca troppo solo oppure sbaglia i palloni che prova a fornire. Forlan 5 – Fa una partita discreta, ma l’errore clamoroso davanti la porta che avrebbe potuto cambiare la partita penalizza la valutazione. (Poli s.v.) BOLOGNA: Gillet 7,5 – Salva il risultato in un paio di occasioni alla grande. Raggi 6 – Ordinato e pulito in difesa, si fa vedere sporadicamente anche in attacco. Portanova 6 – Non ha troppi problemi a limitare un Pazzini praticamente nullo. Antonsson 6 - Gioca una buona gara, ma la simulazione se la poteva anche risparmiare. Perez 6,5 – Sempre abile a bloccare gli avversari e tenace. Mudingayi 6,5 – Una roccia insormontabile a centrocampo. Garics 6 – Si limita alla fase difensiva ma lo fa bene. Morleo 6 – Come il compagno di squadra di cui sopra. Diamanti 6 – Non molto incisivo come al solito, comunque sufficiente. (Taider s.v.) Di Vaio 7,5 – Due gol da grande attaccante implacabile qual è. (Acquafresca 6,5 – Chiude con un gran gol la partita) Ramirez 6,5 – Dimostra di essere un giocatore dalle grande qualità. Sempre pericoloso. (Konè s.v.)

RANIERI ORE CONTATE PER LUI...GIA PRONTO FIGO!

La quarta sconfitta nelle ultime cinque partite di campionato, cui va peraltro aggiunta l'eliminazione dalla Coppa Italia, potrebbe costare il posto a Claudio Ranieri. Il numero uno dell'Inter, Massimo Moratti, è infatti parso visibilmente irritato al termine della gara con il Bologna e potrebbe anche decidere di cambiare il secondo tecnico della stagione e affidare la squadra a Luis Figo prima dell'impegno di Champions contro il Marsiglia. La notte del presidente nerazzurro ha quindi tutta l'aria di essere molto lunga e difficile. Moratti ha capito che Ranieri non ha più in mano la squadra e che, soprattutto, serve una scossa decisa per evitare il fallimento anche in Europa. Il problema è scegliere il momento giusto: tra una manciata di giorni Zanetti e compagni si giocano quel che resta della stagione contro il Marsiglia e l'eliminazione non è nemmeno presa in considerazione dal clan interista. Cosa fare dunque? Il punto è tutto qui, perché Moratti, che ha abbandonato lo stadio in anticipo, dovrà decidere in fretta e furia se lasciare a Ranieri la squadra fino alla sfida contro i francesi oppure esonerarlo subito e mettere i nerazzurri nelle mani di Luis Figo. Il portoghese, stimatissimo dalle parti di corso Vittorio Emanuele, sarebbe il più classico dei traghettatori in attesa del nuovo corso che, come noto, sarà affidato a uno tra Guardiola, Villas Boas e Capello. Ma per il domani c'è tempo, perché l'Inter deve salvare l'oggi e farlo subito. La Champions è dietro l'angolo, resta da capire solamente chi sarà al timone dell'Inter per guidare la nave nerazzurra fuori dalla tempesta.

Serie A: il Napoli passa a Firenze

Seconda vittoria consecutiva in campionato per il Napoli che in casa della Fiorentina passa 3-0 grazie alla doppietta di Cavani (3' e 55'). Azzurri subito in vantaggio con l'uruguayano che capitalizza un super assist di Hamsik e vicini al raddoppio con Maggio che colpisce la traversa. La risposta dei viola è tutta nel palo colpito da Natali prima dell'intervallo. Nella ripresa ancora Cavani prima del tris di Lavezzi dopo una fuga di 50 metri. LA PARTITA Il peggio è passato, la crisi alle spalle. Il Napoli c'è, è tornato più forte di prima e della scaramanzia molto cara ai napoletani che a Firenze sembrava aver dato tutta se stessa. Venerdì 17, del mese bisestile dell'anno e contro una squadra in maglia viola. Tutte stupidate spazzate via nel giro di tre minuti dalla coppia di amuleti preferiti da Mazzarri: Marek Hamsik e Edinson Cavani. Uno in regia l'altro davanti alla cinepresa, uno detta l'altro esegue con rigorosa precisione e senza lasciare scampo alle speranze della Fiorentina di Delio Rossi. E' dopo quei tre minuti però che il Napoli mette in mostra il meglio del suo repertorio con ritrovata fisicità. Soffre poco, attende, e quando può punisce. Rischia il raddoppio già a metà tempo con Maggio che colpevolmente solo in mezzo all'area da azione d'angolo, colpisce una clamorosa traversa. Soffre, è vero, sulla sinistra, dove Dossena non è attento in diverse occasioni in chiusura esponendo il fianco alle incursioni, alla fine innocue, di Cassani. L'impressione però è che la Banda Mazzarri potesse fare male come e quando gli fosse stato più comodo. Un Hamsik tirato a lucido ha pressato i portatori di palla viola fino al momento della sostituzione, annullando ora Montolivo ora Olivera e lanciando a rete per ben due volte il Matador. Lavezzi ha coronato solo a tempo scaduto, con una cavalcata di 50 metri che ha portato al gol, una partita fatta di corsa e giocate quanto e più del collega avversario Jovetic, lasciato troppo solo a predicare nel deserto. Ma solo la sfortuna e l'imprecisione nei calci piazzati non ha permesso agli azzurri di chiudere la partita con largo anticipo. Le tre reti di Firenze saranno risuonate fino a Stamford Bridge. La facilità con cui gli azzurri sono usciti dal Franchi a testa alta e coi tre punti in tasca non farà dormire tranquillo Villas Boas, l'ex Special Two, che al momento di speciale ha solo il conto in banca. E' andata meglio del previsto a Mazzarri che nella ripresa ha anche potuto far riposare un po' due dei suoi tre tenori, Hamsik e Cavani, i match-winner. Male, malissimo, la Fiorentina. L'impegno evidente non è stato supportato con efficacia da giocate degne di nota. Una squadra passiva, in balìa degli eventi e praticamente mai pericolosa eccezion fatta per il palo colpito da Natali al 29' su azione d'angolo. Troppo poco per una squadra che continua ad evidenziare limiti di gioco sì, ma soprattutto di carattere. La cura Rossi non ancora fatto effetto e dalle parti di Santa Maria Novella l'aria potrebbe presto diventare irrespirabile.

IL BOLOGNA UMILITA L'INTER A SAN SIRO 0 - 3 IL FINALE!

A San Siro, l'Inter crolla di nuovo e questa volta a beneficiarne è il Bologna. Maicon va vicino al vantaggio, ma i rossoblu puniscono i nerazzurri grazie al capitano Di Vaio che nel giro di un minuto (38' e 39') segna una doppietta. Zanetti e compagni non riescono nella ripresa a creare pericoli significativi. Il punto esclamativo lo mette anzi Acquafresca, che firma il 3-0 all'84'. L'Inter, uscita tra i fischi, è alla quarta sconfitta in 5 gare. LA PARTITA E' un'Inter fiera dei suoi recenti errori quella che affronta il Bologna. Il primo tempo scioccante giocato contro il Novara sembra non abbia insegnato nulla ai nerazzurri che giocano a ritmi lenti e compassati anche contro i rossoblu di Pioli. Gli emiliani si limitano a contenere un possesso palla assolutamente sterile dei padroni di casa: d'altronde è un po' pretenzioso che Zanetti e Cambiasso, abili in interdizione e a fare il "lavoro sporco", possano anche essere le fonti del gioco. Se ne accorge anche Ranieri che alla mezz'ora trasforma il 4-2-3-1 in un 4-3-1-2 con Forlan in posizione di trequartista e Sneijder ad affiancare Pazzini. Quando le cose non girano, puntualmente si capitola appena se ne presenta l'opportunità: l'Inter, che era andata vicino al gol in un paio di occasioni con Maicon (nella prima il brasiliano aveva schiacciato la palla negli unici centimetri di porta presidiati da Gillet) incassa un uno-due micidiale del Bologna nel giro di un misero minuto. La firma è del capitano Di Vaio che capitalizza prima una sgroppata di Ramirez e uno svarione collettivo della retroguardia interista, poi un'amnesia colossale di Ranocchia che sbaglia il più elementare degli stop lasciando l'attaccante libero di infilare nuovamente Julio Cesar. Nella ripresa, la squadra di Ranieri non si riprende dallo shock e non riesce a creare i presupposti per una rimonta. La Benamata non ha né la forze né le idee né soprattutto la qualità negli effettivi per reagire come accadeva in passato e produce a malapena un colpo di testa con Ranocchia disinnescato da Gillet e una ciccata con Forlan. Il tecnico testaccino prova disperatamente a mischiare le carte, mettendo anche giocatori fuori ruolo: inserisce Poli al posto di uno spaesato e fischiato Forlan e, dopo qualche minuto anche Castaignos lasciando Zarate in panchina. Il forcing dell'Inter non sortisce alcun risultato e anzi Acquafresca chiude la pratica. Impietosa e senza appello. Troppo facile criticare ora la formazione di Ranieri, ma emergono dei dati incontrovertibili: il mercato dell'Inter era ancora una volta accomodato a bordocampo (Palombo e Poli) o in infermeria (Guarin). E' la formazione con meno cartellini gialli di tutta la Serie A e questo significa che spesso sono mancati anche gli attributi. Dopo il Novara, arriva un'altra batosta che impone altre interminabili riflessioni per il quarto ko in cinque gare. Occorreva ritrovare fiducia in vista della Champions, mentre adesso sarà durissima rimettere insieme i cocci di una squadra che non esiste più, in nessuno dei suoi reparti. Gli emiliani sbancano il Meazza dopo dieci anni e si portano a +7 sulla zona che scotta. Ma è sembrato veramente troppo facile infierire su un pugile mai pago di incassare cazzotti della buonanotte. Ma le notti più lunghe saranno quelle di Ranieri e di Moratti che al 20' del secondo tempo ha preferito andarsene e risparmiarsi l'ultima parte del supplizio, compresi i fischi assordanti di San Siro.

giovedì 16 febbraio 2012

Europa League, ok City e United

Vittorie esterne per le due squadre di Manchester nell'andata dei sedicesimi di Europa League. Lo United batte 2-0 l'Ajax grazie alle reti di Young ed Hernandez. Il City fa più fatica contro il Porto e risolve il match solo a cinque minuti dalla fine con Aguero. Importanti vittorie esterne anche per il Valencia sullo Stoke, del Besiktas sul Braga, del Psv sul Trabzonspor e del Twente sul Braga. Da segnalare il poker del Metalist sul Salisburgo.

Dominio Udinese senza gol: 0-0

Udinese bella, ma non efficace. La formazione di Guidolin mette alle corde per 90 minuti il Paok Salonicco, ma non va oltre lo 0-0. Nell'andata dei sedicesimi di finale di Europa League i friulani partono forte, colpiscono subito un palo con Abdi al 6' e continuano a creare azioni interessanti per tutta la partita, ma non trovano la via della rete. I greci faticano a superare la propria metà campo e si limitano a difendere il pareggio. LA PARTITA L'Udinese non snobba l'Europa League. Guidolin, come anticipato alla vigilia, schiera la migliore formazione possibile e in campo la qualità non manca. Le assenze forzate di Di Natale, Isla e Fernandes non tolgono la brillantezza ai friulani. I bianconeri partono forte e mettono alle corde il Paok, accompagnato in Italia da 5500 fedelissimi. Trenta minuti di assoluto dominio territoriale per i padroni di casa che sfiorano a più riprese il gol del vantaggio. Con Armero e Abdi a supportare l'unica punta Floro Flores, l'Udinese spinge il piede sull'accelleratore e si trova a meraviglia. La fotografia perfetta del gioco friulano è scattata al sesto minuto: verticalizzazione per Floro Flores, palla dentro per Basta e sfera che arriva ad Abdi che al volo colpisce la base del palo. Il possesso palla dice Udinese, ma il gol non arriva. Floro Flores, Pazienza e Benatia ci provano, ma la mira non è delle migliori. In tutto questo c'è il Paok Salonicco che fatica a oltrepassare la propria metà campo. La squadra di Boloni si limita difendere e si fa vedere solo al 29' con la sventola di Fotakis dai 30 metri: palla alta di poco con Handanovic sulla traiettoria. La melina bianconera continua alla ricerca del giusto varco e il primo tempo si chiude esattamente come era iniziato. Abdi, ancora lui, si ritrova sui piedi la palla dell'1-0. Basta scappa sulla fascia destra e vede l'inserimento dello svizzero che, in leggero ritardo, svirgola all'interno dell'area piccola. A campi invertiti la musica non cambia. I bianconeri ripartono a mille e Floro Flores va due volte alla conclusione in cinque minuti. La mole di gioco prodotta dai friulani resta alta e il risultato rimane bugiardo. I mezzi sorrisi dell'Udinese, però, diventano smorfie di dolore al 56' quando Pinzi si ferma per un problema muscolare. L'infermeria di Guidolin si riempe di un altro pezzo pregiato. Con l'ingresso in campo di Fabbrini l'andamento del match rimane lo stesso. Undici bianconeri ad attaccare a testa bassa e undici avversari a difendere lo 0-0. Nessuna azione clamorosa da gol per gli uomini di Guidolin, ma tante conclusioni rivolte verso la porta greca. Gli ultimi colpi li sparano Benatia, ancora Floro Flores e Basta ma il risultato non cambia. Il punteggio è bugiardo, ma l'Udinese esce dal campo con la consapevolezza di essere più forte di questo Paok Salonicco. Fra una settimana in Grecia sarà battaglia, ma gli ottavi sono assolutamente alla portata della quarta forza della Serie A.

E. League: Lazio, sconfitta pesante

Cominciano nel peggiore dei modi i sedicesimi di finale di Europa League per la Lazio. All'Olimpico, gli uomini di Reja vengono sconfitti, infatti, per 3-1 dall'Atletico Madrid. Biancocelesti in vantaggio al 19' del primo tempo con Klose, ma gli spagnoli si rimettono subito in pista e prima pareggiano con Adrian e poi vanno in vantaggio con Falcao. Lo stesso Falcao (al 18' st) mette la parola fine al match firmando la personale doppietta. LA PARTITA Comincia con il freno a mano tiratissimo il match di Roma che vede le due squadre per un quarto d’ora abbondante guardarsi in faccia senza farsi troppo male. Anche se al primo minuto Falcao fa capire a Marchetti che la serata non sarà di quelle leggere da digerire. Ma, un po’ a sorpresa, al 19’ c’è il solito Klose che spezza la tosta difesa spagnola (è il primo gol subito nel 2012, ben 6 i match senza prendere reti per i biancorossi). Courtois non trattiene il violento destro di Candreva e il tedescone non sbaglia infilandolo con freddezza. 1-0 e Atletico che, però, non si perde d’animo e si rimette a macinare azioni. Infatti, al 25’ la squadra dell’ex Diego Simeone (omaggiato dalla curva prima del fischio d’inizio) rimette la gara sul pareggio grazie ad Adrian lesto a sfruttare la comoda torre di Falcao. Dodici minuti più tardi i Colchoneros affondano sotto i colpi del gioco ritmato dell’Atletico. Stavolta è Falcao a prendersi la scena, ma con l’ex juventino Diego che regala assist. Si vede che questo stadio ispira il brasiliano visto che quando vestiva la maglia bianconera proprio qui, contro la Roma, si rese protagonista di una memorabile doppietta (era il 30 agosto del 2009). La ripresa si apre con un cambio in casa Lazio (Stakevicius per l’infortunato Biava) ed entra anche dopo qualche minuto il gigante ceco Kozak che rileva Gonzalez. Lazio, quindi, che fa muovere il baricentro verso l’attacco, ma che rischia subito quando Koke ha l’occasione per il tris. Gli uomini di Reja non si perdono d’animo e si fanno vedere con il colpo di testa di Hernanes, fino a quel momento totalmente assente. La mazzata finale per la Lazio arriva proprio quando i biancolesti giocano meglio. Il 3-1 è ancora opera dell’inossidabile Falcao che firma la doppietta che mina le speranze dei capitolini per la gara di ritorno. Un macigno, questo risultato, che sarà faticosissimo da spostare e non solo per le tre reti subite in casa, ma soprattutto perché l’Atletico ha dimostrato una grande organizzazione di gioco. A poco vale, invece, pensare ai troppi infortuni che si trova ora a gestire questa Lazio.

mercoledì 15 febbraio 2012

Champions: poker Milan all'Arsenal

Un grande Milan ha travolto l'Arsenal nell'andata degli ottavi di finale di Champions League. I rossoneri a San Siro hanno dominato la partita per tutti i novanta minuti rifilando un 4-0 senza storia ai Gunners di Wenger. Boateng (15') sblocca la partita con un eurogol sotto la traversa ma poi è Robinho a scatenarsi con una doppietta (38' e 48') sempre su assist di Ibrahimovic. Proprio lo svedese (79') poi mette il sigillo alla partita dal dischetto. LA PARTITA Partite così i tifosi se le sognano. Partite così gli stessi giocatori non vedono l'ora di giocarle per esaltarsi ed esaltare uno stadio bollente. Partite così, infine, rimangono nella storia anche se si tratta di un semplice ottavo di finale e niente più. Massimiliano Allegri aveva chiesto una partita attenta ai suoi alla vigilia ma, schierando Boateng e Seedorf dall'inizio, ha sorpreso l'Arsenal e Wenger mettendo in campo un Milan offensivo senza paura di fare e di sbagliare ottendendo in cambio una partita perfetta, un 4-0 che tuona nella Scala del calcio e mette un'ipoteca su quel quarto di finale di Champions che manca da troppo tempo. Alla faccia della presunta crisi dei rossoneri. Contro l'Arsenal però si è visto sicuramente il miglior Milan stagionale, se non addirittura il miglior Milan dell'intera gestione Allegri. Una squadra tecnica ma anche fisica grazie al rientro importante di Kevin Prince Boateng a fare da collante tra centrocampo e attacco. Proprio il Principe della Milano rossonera ha portato con sé le chiavi per aprire la difesa dei Gunners, riuscendoci con l'ennesima euromagia al minuto 15 con stop di petto e destro all'incrocio dei pali che pietrifica Szczesny. Il diktat impostato da Allegri però era chiaro e preciso: pressare l'Arsenal sempre e comunque. E anche dopo l'1-0 le cose non cambiano. Ibrahimovic, Robinho e Boateng non lasciano si accaniscono sui lentissimi (e poco tecnici) Koscielny e Vermaelen, Antonini annulla Walcott per quantità e qualità e Thiago Silva fa passare dei brutti momenti a Van Persie. Non uno qualsiasi. Ma è tutto il Milan a essere compatto e convinto dei propri mezzi e il raddoppio arriva già prima dell'intervallo con Robinho, incredibilmente freddo davanti alla porta, che gira di testa in rete un super assist di Ibrahimovic dopo una sgroppata sulla sinistra di quaranta metri. Il dominio e la verve rossonera non si placa nemmeno col the caldo negli spogliatoi. Bravo Allegri a tenere alta la concentrazione dei suoi che, pronti-via, trovano il tre a zero ancora con Robinho con un destro chirurgico dal limite dell'area approfittando di uno scivolone dello sciagurato Vermaelen, fotografia perfetta di una retroguardia inglese completamente in bambola. Van Bommel e Nocerino non lasciano respirare i pensatori inglesi, l'ingresso di Henry non cambia faccia ai Gunners che si risvegliano solo a metà ripresa col solito Van Persie. In una serata così perfetta però non può mancare la superparata di Abbiati che contro il numero 10 olandese si esalta e manda in estasi i 70mila di San Siro fino al sigillo di Ibrahimovic dal dischetto che fissa il risultato sul 4-0, dando ampie garanzie e sicurezze in vista del ritorno e - perché no - della volata scudetto con la Juventus.

Serie A: il Parma rallenta la Juve

La Juve pareggia con il Parma e rimane seconda in classifica alle spalle del Milan, che mantiene un punto di vantaggio sui bianconeri. Al Tardini, nel recupero della 21.ma giornata di campionato, la squadra di Conte non va oltre lo 0-0 contro gli emiliani. Nel primo tempo la Juve colpisce il palo con un colpo di testa di Chiellini (4') mentre il Parma, nella ripresa, si lamenta per un calcio di rigore (dubbio) non fischiato a Giovinco (71').

L'Atalanta ritrova il successo: 1-0

L'Atalanta ritorna alla vittoria e a farne le spese è il Genoa. All'"Atleti Azzurri d'Italia", dopo un primo tempo avaro di emozioni, nella ripresa le due squadre si svegliano e colpiscono una traversa per parte con Kucka e Denis. Un rigore dubbio non concesso alla Dea ne provoca la reazione che sfocia nel gol da tre punti di Marilungo al 78'. Il Genoa incassa l'ennesima sconfitta esterna, mentre i nerazzurri rompono il digiuno casalingo.

Lo Zenit fa sorridere Spalletti

Lo Zenit San Pietroburgo parte bene nell'andata degli ottavi di finale di Champions League. Nel gelo russo la squadra di Spalletti batte 3-2 in rimonta il Benfica. Portoghesi in vantaggio al 20' con Maxi Pereira, ma al 27' c'è il pareggio di Shirokov. Nella ripresa sorpasso Zenit al 26' con lo splendido tacco di Semak. Poi nel finale succede di tutto: il Benfica pareggia con Cardozo al 42', ma un minuto dopo ancora Shirokov firma la vittoria. Una bella impresa per lo Zenit che si è presentato in campo privo di sette titolari. I russi hanno controllato il match per la maggior parte del tempo, ma hanno anche pagato due grososlani errori del loro portiere. Per fortuna ci ha pensato Shirokov a rimettere le cose a posto con una doppietta che tiene aperta a ogni risultato la corsa per la qualificazione. Di sicuro per la squadra di San Pietroburgo non sarà facile difendere il vantaggio a Lisbona contro un avversario che di sicuro ha pagato anche il grande freddo (quasi -20°).

Champions: Lacazette spegne l'Apoel

Vittoria col minimo scarto per il Lione nell'andata degli ottavi di Champions League contro la favola del torneo Apoel Nicosia. Partita dominata in lungo e in largo dai francesi capaci di creare numerose occasioni da rete senza sfruttarle e senza concederne. Il muro cipriota tiene fino al 58' quando Lacazette si inventa la rete dell'1-0 finale trafiggendo Chiotis con un destro a giro deviato. Nel finale Briand e Bastos falliscono il raddoppio. LA PARTITA E' ambientato a Lione il nuovo capitolo della favola dell'Apoel Nicosia, prima squadra cipriota a raggiungere gli ottavi di Champions. Non è arrivata una clamorosa vittoria allo Stade de Gerland ma l'1-0 firmato da un'invenzione di Alexandre Lacazette non ha spento l'entusiasmo dei 4mila sostenitori giunti dall'isolotto nel Mediterraneo. Una fermata, un paragrafo finito con un retrogusto dolceamaro che però non mette ancora la parola fine al capitolo, anzi. Rimanda lo spettatore alla gara di ritorno quando al GSP Stadium di Nicosia tutto, ma proprio tutto, assumerà i contorni di una bolgia infernale. Certo i valori in gioco sono diametralmente opposti e il campo l'ha dimostrato ampiamente. Venti tiri per il Lione, uno per l'Apoel scoccato da Manduca a una manciata di secondi dal triplice fischio finale. Nei restanti novanta minuti invece il gioco l'ha comandato la squadra di Remi Garde, tanto dominante quanto sterile al momento di venire al dunque. Bastos e Lacazette hanno fatto fuoco e fiamme sugli esterni, scambiandosi spesso e volentieri la fascia per mandare in tilt l'ordinata difesa cipriota, anche se di cipriota in campo la squadra di Nicosia ha ben poco. Nemmeno l'allenatore. Il banco però è saltato solo grazie a un'invenzione di Lacazette a inizio ripresa. Palla filtrante di Cris, stop sulla sinistra dell'esterno e destro a giro che - con una deviazione - sorprende Chiotis. La fortezza di Jovanovic però non perde altri colpi, resiste su Lisandro Lopez e su Bastos tornando a casa con un solo gol da recuperare. Difficile ma non impossibile per una squadra capace di battere Porto e Zenit davanti al proprio pubblico spedendo in Europa League i portoghesi. Servirà quel qualcosa in più però, un pizzico di coraggio o forse di incoscienza per gettare il cuore oltre l'ostacolo. La trasferta in Francia, come promesso alla vigilia, non è stata una gita: niente Tour Fourvier o Place Bellecour per Charalambides e compagni. Per concludere un altro capitolo della favola con un lieto fine però, serve la firma d'autore. E non è detto che non possa arrivare a Nicosia dove Piazza di Faneromeni sarebbe una scenografia dannatamente perfetta. Il Lione è avvisato.

Barcellona show a Leverkusen

Nessun problema per il Barcellona nell'andata degli ottavi di finale di Champions. I blaugrana vincono infatti 3-1 al Bayarena contro il Leverkusen e archiviano di fatto il discorso qualificazione. A trascinare la banda di Guardiola ci pensa Sanchez che al 41' firma l'1-0 con un destro rasoterra sull'uscita di Leno, quindi realizza il 2-1 (10' st ) sfruttando un assist di Fabregas. Di Messi, all'88', il 3-1. Kadlec, al 52', segna per i tedeschi. LA PARTITA Per una squadra data per malaticcia e a un passo da una crisi di nervi, non poteva esserci cura migliore delle Aspirine di Leverkusen. Contro il Bayer, il Barcellona manda in archivio la pratica ottavi di finale e chiude anticipatamente i conti per la qualificazione grazie alla solita qualità che riesce, all'occorrenza, a colmare le lacune di una brillantezza al di sotto del livello di guardia. Non è un bel Barça quello che, in ogni caso, vince facile al Bayarena. Non è bello perché mancano elementi fondamentali come Xavi e Piqué, oltre al lungodegente Villa, e perché la condizione fisica un po' così non permette di scappare via con facilità al catenaccione dei tedeschi. Fatto sta che nel primo tempo, chiuso sull'1-0 grazie al destro chirurgico di Sanchez su imbeccata di Messi, i blaugrana tengono sì il pallone manco fossero in campo solo loro ma, alla resa dei conti, non tirano davvero mai. L'unica conclusione dei primi 45' minuti è quella del cileno che vale il vantaggio. Per il resto solo una lunghissima serie di passaggini e nada otro, niente altro. Nella ripresa, con il Bayer costretto a mettere il muso fuori dalla sua area di rigore, la partita cresce di intensità, gli spazi si allargano e le occasioni cominciano a fioccare. Al 7', praticamente alla prima vera azione offensiva, i tedeschi trovano il pareggio con Kadlec, ma l'idea di poter rompere realmente le scatole alla banda di Guardiola non dura che tre minuti, il tempo, cioè, necessario a Sanchez per sfruttare l'assist di Fabregas per battere nuovamente Leno. Il nuovo vantaggio degli spagnoli è, in pratica, un'omelia. Castro ci prova e per poco non trova il gol del 2-2. Ma la partita è ormai indirizzata. Il Barça arretra un po' per aspettare gli avversari e allungare il campo e, come da copione, produce una discreta serie di occasioni da rete. Messi negli spazi diventa imprendibile e per poco non firma l'ennesimo gioiello colpendo un palo dopo aver saltato l'avversario con un tunnel. Quindi sono Dani Alves e Thiago Alcantara ad andare vicini al 3-1. Infine è di nuovo la Pulce a impegnare severamente Leno. Il tris è però solo questione di tempo e arriva, infatti, puntuale a due minuti dalla fine con stampato sopra la firma del solito Messi. Resta il tempo per un verdetto: il malato Barcellona non è ancora guarito del tutto ma sta decisamente meglio. E la miglior medicina sono i quarti di Champions, già lì da prendere e basta.

Europa L., Olympiacos e Besiktas ok

Olympiacos e Besiktas hanno inaugurato nel migliore dei modi i sedicesimi di finale di Europa League. I greci si sono imposti per 1-0 sul campo del Rubin Kazan grazie a Fuster, il cui tiro è stato deviato dalla difesa di casa. L'eroe, però, è stato il secondo portiere Carroll, che, entrato per sostituire Megyeri, espulso al 75', ha parato il rigore tirato da Natcho. I turchi hanno espugnato Braga, battendo 2-0 lo Sporting con reti di Sivok e Simao.

lunedì 13 febbraio 2012

Piquè, che spavento:auto distrutta

Tanta paura ma fortunatamente nulla di più per Gerard Piquè, mentre stava recandosi al Camp Nou per l'ultima seduta prima della partenza per la Germania in vista dell'andata degli ottavi di Champions contro il Bayer Leverkusen. Appena uscito dal garage, il difensore del Barcellona ha fermato l'auto per risalire a casa e prendere una borsa ma ha lasciato lo sportello aperto che è stato centrato in pieno da un autobus. Il giocatore è rimasto illeso. Una volta ripresosi dallo spavento, Piquè ha raggiunto il Camp Nou a bordo di un taxi. Un momento no per il difensore di Guardiola: la fidanzata Shakira ha raccontato su Facebook di essere stata 'attaccata' da un leone marino nel corso di un'escursione in un parco naturale. Il fratello le ha "letteralmente salvato la vita".