lunedì 13 febbraio 2012
l'Inter perde ancora
Prosegue il momento negativo dell'Inter, che perde in casa con il Novara ultimo in classifica. A San Siro, la squadra di Mondonico vince per 1-0 grazie a un sinistro di Caracciolo (56') che si infila all'angolino. I nerazzurri spingono nel primo tempo senza però creare alcuna vera occasione da gol mentre, nella ripresa, ha la meglio la grande organizzazione tattica dei piemontesi, che chiudono la gara in 10 per l'espulsione di Radovanovic (80').
LA PARTITA
I numeri testimoniano un calo vertiginoso dopo due mesi in cui tutto è girato alla perfezione. I numeri, tre sconfitte e un pareggio nelle ultime quattro partite, sono fin troppo teneri nei confronti di una squadra apparsa vuota in tutto e per tutto. Zero grinta, zero ritmo, zero idee, zero gioco, zero gol e zero punti. Zero fame e zero orgoglio, soprattutto. Un'Inter incapace di reagire, in casa, all'ultima in classifica. Un'Inter, dal tecnico ai giocatori, che sprofonda in una crisi molto pericolosa che rischia di compromettere in maniera netta la corsa a un posto in Champions League. Il Novara (due successi in campionato prima di oggi) non vinceva dal 26 novembre e mai l'aveva fatto fuori casa. Nel trionfo c'è tutto Emiliano Mondonico, vecchio maestro di tattica che inchioda i nerazzurri e li trafigge in contropiede.
La partita, per l'Inter, si fa complicata fin dal principio. Fedele alle sue convinzioni, Ranieri non si fida a schierare le due punte più Sneijder e opta per un uomo in più a centrocampo. Fuori Pazzini, febbricitante, e Forlan. In attacco c'è il solo Milito con Alvarez e l'olandese, in teoria, alle sue spalle. Solo in teoria, appunto, perché il Novara difende in otto (cinque più tre) e l'olandese si abbassa costantemente sulla linea mediana a caccia di palloni giocabili. Con Alvarez che tende ad allargarsi a destra e Milito che esce dall'area per scambiare con la squadra, il risultato è che l'Inter azzera immediatamente il proprio peso specifico in attacco. Le occasioni migliori, non a caso, arrivano con conclusioni dal limite dell'area che vengono sventate da Ujkani (su Sneijder al 9') oppure terminano sul fondo (Chivu al 25'). Prima del riposo la Beneamata invoca un calcio di rigore (apparso netto) per fallo di Garcia su Poli. Per Russo, però, l'intervento è sul pallone e il gioco prosegue.
Ranieri si accorge della difficoltà a offendere e, a inizio ripresa, lancia immediatamente Pazzini togliendo Alvarez. La squadra guadagna metri ma perde completamente un'idea di gioco: ad eccezione di qualche discesa di Zanetti, le fasce sono territorio inesplorato; Stankovic e Cambiasso non creano e Sneijder si intestardisce con continui spunti personali che non producono alcunché. Il Novara sta lì, attento e ordinato, sornione e spietato. Minuto 56: Jeda lancia lungo per Caracciolo; l'airone ha il tempo di stoppare la palla, girarsi e mirare all'angolino. Julio Cesar non ci arriva e la banda di Mondonico è incredibilmente avanti. In campo entrano Forlan e Nagatomo, ma la musica non cambia. L'Inter, con la forza della disperazione, sfiora il pareggio all'88' con una traversa di Sneijder e in pieno recupero con Pazzini, che si gira in un fazzoletto ma trova ad opporsi i riflessi di Ujkani.
All'andata con Tesser e al ritorno con Mondonico. Il Novara porta via - con merito - sei punti ai nerazzurri e, dopo il pareggio col Cagliari, non subisce reti per la seconda partita consecutiva. La fame, la voglia di vincere e l'orgoglio del Mondo riportano la mente al 13 maggio 1992 e a quella sedia sollevata nel cielo di Amsterdam. Vent'anni dopo, chissà, quella sedia potrebbe diventare il piedistallo su cui salire dopo aver realizzato un impresa che, prima di oggi, pareva impossibile.