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giovedì 2 febbraio 2012

Carù: "Ronaldo rischiò molto"

Lo sapevate che Ronaldo, il 12 luglio 1998, giorno della finale mondiale Francia-Brasile, finita 3-0, rischiò di morire in campo dopo il malore che lo aveva colpito nella sua camera d'albergo qualche ora prima? E che i medici che lo visitarono alla Clinique des Ilies sbagliarono completamente diagnosi, somministrando a Ronnie – che poi scese in campo - medicinali che nulla avevano a che fare col disturbo avvertito? E' un'intervista da non perdere quella che "La Tribù del Calcio", il programma per veri innamorati del pallone, propone venerdi alle 23 su Premium Calcio, a firma Gianluca Mazzini. A svelare per la prima volta cosa successe veramente a Ronaldo nelle ore che precedettero Francia-Brasile è il professor Bruno Carù, cardiologo di fama mondiale e già presidente della Società Italiana Cardiologia Sport. Carù, che ebbe modo di esaminare tutta la documentazione medica raccolta in loco dal dottor Volpi, inviato a Parigi dall'Inter dopo il malore che colpì il giocatore, e di ascoltare testimonianze dirette, svela una verità mai detta: e cioè che Ronaldo stramazzò a terra, nella sua camera d'albergo, non per una crisi epilettica da stress da prestazione, come si è sempre detto, ma per un problema cardiaco. "Successe che Ronaldo si stese sul letto per seguire il Gran Premio di Formula 1 – racconta Carù -; e senza accorgersene, a lungo andare piegò la testa in modo innaturale comprimendo all'altezza del collo il glomo carotideo, un piccolo organo grande come un chicco responsabile dei meccanismi riflessi di regolazione della frequenza cardiaca e della pressione. Ronaldo ebbe quindi un calo improvviso di frequenza cardiaca e di pressione e svenne in preda alle convulsioni". Dopo il disperato allarme lanciato da Roberto Carlos, suo compagno di camera, che parlò per primo di crisi epilettica, Ronaldo venne portato in ospedale e ricoverato nel reparto di neurologia. "Il giocatore venne sottoposto ad una serie completa di esami – continua Carù -, ma come noi medici sappiamo bene, un neurologo non perde tempo a studiare un elettrocardiogramma: che anzi, forse non venne nemmeno letto, cosa che invece facemmo il dottor Volpi ed io quando il medico dell'Inter tornò da Parigi con tutta la documentazione del caso. Ebbene, l'elettrocardiogramma fattogli in ospedale mostra come Ronaldo, a crisi superata, avesse una frequenza cardiaca di 18 battiti al minuto: questo significa che al momento del malore aveva praticamente avuto assenza di attività elettrica e meccanica del cuore. I medici abbracciarono invece la diagnosi di crisi epilettica fatta da un terzino, e non da un medico, e somministrarono a Ronaldo un medicinale potente, ottimo per l'epilessia ma non certo per problemi di cuore cioè il Gardenale: un sedativo pesantissimo, quello usato da Marilyn Monroe per suicidarsi, che ha l'effetto di ridurre e inibire al massimo le capacità di attività cerebrale. Ecco spiegata la partita, più che pessima, giocata la sera da Ronaldo; ed ecco spiegate le immagini del giocatore che il giorno dopo scende barcollante dalla scaletta dell'aereo che lo ha riportato in Brasile, quasi fosse un ubriaco incapace di reggersi in piedi e di mantenersi in equilibrio. Puntata da non perdere, quella della "Tribù", che rivive due grandi momenti-cult del calcio italiano degli ultimi 25 anni: il Pescara dei miracoli di Giovanni Galeone e lo storico scudetto vinto dalla Sampdoria di Boskov e Mantovani, Vialli e Mancini, Pagliuca e Pellegrini. Ancora: un servizio sui "Portieri per caso", e cioè i giocatori che a un certo punto della partita si sono trovati catapultati in porta per l'espulsione o l'infortunio del portiere non più sostituibile dalla panchina; e a chiudere i cartoon del calcio, altra esclusiva de "La Tribù del Calcio".