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lunedì 30 gennaio 2012

Hernanes-Klose: riecco la Lazio

La Lazio dà tre calci alla crisi di risultati che l'aveva attanagliata tra campionato e Coppa Italia. A Verona, la formazione di Edy Reja schianta il Chievo con un indiscutibile 3-0, firmato nel primo tempo da Hernanes (al 21') e nel finale dalla doppietta del solito, implacabile Miroslav Klose in gol per due volte nel giro di un minuto (dal 43' al 44'). Poche, per il Chievo, le occasioni per pareggiare quando il risultato era sullo 0-1. LA PARTITA Come liberata dal peso dell’altissima classifica, dei sogni mostruosamente proibiti dei tifosi, la Lazio ritrova quel sano pragmatismo degno di una provinciale gran lusso. E vince su un campo difficile, anche nel senso letterale del termine (le zolle per aria sono al potere, a Verona), rilanciandosi nella lotta per l’accesso in Champions, che rappresenterebbe il vero scudetto dei Lotito boys. Qualcosa di positivo è sicuramente successo nei quattro giorni trascorsi tra la scoppola di San Siro in Coppa Italia e l’appuntamento col Chievo. La squadra di Reja ha vinto la partita innanzitutto grazie alla compattezza, a una solidità anche psicologica che ha permesso prima di spegnere gli ardori iniziali del Chievo con il vantaggio di Hernanes (al 21’, deviazione su palla sporca di Rocchi dopo un ottimo lavoro in area di Lulic) e quindi di reggere senza eccessive sbavature il tentativo a corrente alternata dei “mussi” di cogliere il gol del pareggio. Nelle poche volte in cui Paloschi e soci sono passati dalle parti del “carpe diem”, a mantenere intatta la ritrovata sicurezza della Lazio ci ha pensato Marchetti, bravo su Pellissier nel primo tempo e addirittura bravissimo in uscita bassa nella ripresa su Thereau, arrivato al vertice dell’area piccola con in canna la bordata vincente. Episodi, comunque, in un canovaccio che ha visto la Lazio ridurre al minimo sindacale le amnesie difensive (Biava anche meglio di Dias), tenere bene sulle fasce e innescare il contrattacco appoggiandosi al dinamismo di Lulic – in continua crescita – e all’enorme intelligenza calcistica di Klose, umile prima nell’operare quasi da trequartista alle spalle di Rocchi e quindi elegantemente spietato a finire il Chievo con due gol d’autore nel finale quando, con l’ingresso di Cissé al posto del capitano, è toccato a lui fungere da terminale. L’ex-Bayern, ci fosse stato ancora bisogno di conferme, è l’uomo dal quale passano le fortune della Lazio 2011/12: con lui davanti e questo Marchetti dietro, basta che gli altri facciano il loro dovere per togliersi soddisfazioni importanti. Quelle che non sta conoscendo Campedelli, uscito infuriato prima del fischio finale. Nessuno, nella terra dei pandori, intravvedeva a inizio anno grandi orizzonti di gloria. Ma sconfitte così, anche a distanza di sicurezza dalla Serie B, non fanno mai parte di qualsiasi "progetto".