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lunedì 23 gennaio 2012

Serie A: titolo d'inverno alla Juve

Non ha sbagliato la Juventus nel secondo anticipo dell'ultima giornata di andata in Serie A. I bianconeri, vincendo 2-0 sul campo dell'Atalanta, hanno conquistato il titolo di campioni d'inverno girando la boa di metà campionato davanti a tutti. A decidere una partita non semplice sono state le reti nella ripresa di Lichtsteiner (55') e Giaccherini (81') dopo un palo e una traversa colpiti da Barzagli e Vidal nel corso del primo tempo. LA PARTITA Una prova d'autorità, di carattere, di orgoglio. Se Antonio Conte cercava delle risposte dalla sua Juventus, queste sono arrivate a Bergamo portate da tutti i suoi ragazzi, seconde e terze linee comprese. I bianconeri sono campioni d'inverno, guardano tutti dall'alto a metà campionato come non succedeva da tempo. Da qui a maggio la strada è lunga e tortuosa ma con questo titolo in tasca, che escludendo Calciopoli mancava a Torino dal lontano 2000/01, nascondersi non sarà più possibile. Contro l'Atalanta, incapace di segnare nel nuovo anno, decidono due gregari di lusso. Lichtsteiner e Giaccherini, due motorini instancabili, ritratti perfetti di questa Juventus. La sfida di Bergamo però è stata la gara delle conferme oltre che delle risposte, da una parte e dall'altra. Gli uomini di Conte infatti hanno confermato in una sola notte tutte le caratteristiche che, nel bene e nel male, l'hanno accompagnata nella lunga cavalcata. La prima conferma, quella più importante, sta nella corsa. Dopo due giri apparentemente a vuoto, dovuti anche al richiamo di preparazione in Dubai, i bianconeri hanno cominciato a bruciare l'erba del campo. Lichtsteiner e Pepe a destra, De Ceglie a sinistra, Vidal e Marchisio prima e Giaccherini e Marrone poi in mezzo al campo, hanno fatto venire il mal di testa a Cigarini e Padoin, talentuosi sì ma più compassati degli avversari. Una moto perpetuo che porta vagonate di occasioni agli attaccanti di Conte poco propensi però, a proposito di conferme questa volta meno gradite, a fare del cinismo la propria priorità. Matri ancora una volta non ha saputo infilare la porta di Consigli nonostante due-tre occasioni nitide (clamorosa quella del 62' con scavetto a lato), Vucinic gira al largo e Pepe perde lucidità (e una caviglia nella ripresa, sospetta distorsione) al momento decisivo. Insomma, novità zero. Ma tra le conferme c'è il direttore d'orchestra: Andrea Pirlo. In una gara tatticamente difficile a estrarre il coniglio dal cilindro ci ha pensato ancora una volta il regista bianconero. Danza sul pallone e lancio filtrante, smarcante, illuminante - e chi più aggettivi ha più ne metta - per l'inserimento di Lichtsteiner che s'accartoccia sul pallone spingendolo in rete. Un remake del primo gol stagionale al Parma che sblocca una partita che sembrava segnata dalla malasorte dopo i legni colpiti nel primo tempo prima Barzagli, da azione d'angolo, e poi da Vidal con un missile terra-aria da venticinque metri che ha timbrato la traversa. A spazi inevitabilmente aperti poi chiudere i conti per la Juventus è stato un gioco da ragazzi. Ci ha pensato Emanuele Giaccherini, uno che di risposte a Conte ne ha date in grande quantità in questa stagione. Di conferme però, poco positive in questo caso, ne sono arrivate anche dall'Atalanta. La squadra di Colantuono infatti ha disputato un match ordinato come suo solito, fatto di difesa e ripartenze ma ancora una volta ha messo in mostra un limite offensivo che potrebbe cominciare a preoccupare. Se non segna Denis i nerazzurri non trovano modo di centrare la porta e questo fattore alla lunga potrebbe diventare un handicap pesante. A Bergamo resta la consapevolezza di aver chiuso un girone d'andata spettacolare con ventisei punti raccolti sul campo. Adagiarsi sugli allori potrebbe essere pericoloso così come affidarsi in toto all'annata magica del Tanque Denis. Le risposte in questo caso non sono arrivate ma probabilmente il merito è stato tutto della Juventus, la miglior difesa del campionato battuta solo da Cossu nell'ultimo mese e con un Chiellini, tornato centrale, in versione muro di Berlino. Mister Conte, nascondere le ambizioni scudetto in queste condizioni è davvero impensabile. Anzi, impossibile.